Proprio nel momento in cui il tutto il mondo si è bloccato, congelato nella paura del contagio e intrappolato nelle proprie case, dentro la nostra testa non si sono mai mosse né riattivate così tante, vorticanti questioni.

Non solo. Il coronavirus ci ha costretto a fermarci e a dialogare con la morte.

Nel silenzio delle città, interrotto solo dalle pesanti sirene delle ambulanze, siamo dovuti venire a patti con la nostra mortalità, e con quella di chi amiamo.

In un mondo che fino ad oggi ci aveva insegnato che la morte non esiste, o che certo non tocca a noi, che il tempo che passa si può congelare, che tutto va veloce e non possiamo non stare al passo, questo virus ci ha fregato tutti. Ci ha colti impreparati, indaffarati, senza strumenti né familiarità per affrontare la finitezza e i limiti della nostra esistenza.

E quando il diniego, così caro e protettivo per la nostra quotidianità, si è liquefatto davanti a così tante perdite, improvvise e dolorose, a così tanta paura e a così tanta incontrollabilità, siamo rimasti nudi, svuotati dalle nostre difese e dalle nostre armature verso l’angoscia. L’idea di non aver più tempo, o perlomeno non più così tanto. L’impatto con l’irreversibilità del passato.

Tutto questo può sembrarci letteralmente devastante.

 

Che fare allora a questo punto?

Forse lasciarsi andare al terrore e allo sconforto esistenziale di una vita breve e senza senso non è la nostra unica opportunità.

Forse possiamo provare a non temere ciò che emerge, a dare dignità a ciò che sentiamo, a ritrovare un senso tutto e solamente nostro alla vita, pur breve ma così intensa quando vissuta a pieno.

Forse possiamo davvero prenderci per mano, prendere per mano la nostra angoscia, guardarci dentro, ballare assieme a lei e trasformarla nel miglior catalizzatore di vita che abbiamo mai incontrato.

Non sempre tuttavia riusciamo a trovare il coraggio e la forza per fare questa immersione, la più difficile e spaventosa, da soli. Oppure ci proviamo e sentiamo di venirne travolti. Potremmo allora aver bisogno di un aiuto.

Un professionista della salute mentale è lì per questo. Accompagnarvi in questo graduale ma meraviglioso scendere dentro voi stessi, offrendovi una relazione in cui poter portare tutto ciò che incontrerete sul vostro cammino, insegnandovi a non temerlo e a trasformalo nella più bella opportunità di evoluzione che avreste mai immaginato.

La terapia in coppia

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